Coyote Songs | RECENSIONE

di Federico Rossi


Titolo: Coyote Songs
Autore: Gabino Iglesias
Editore:  Zona 42
Data di pubblicazione: 26 febbraio 2025
ISBN: 9791280868886
Prezzo (Euro): 16,9 (flessibile) – 8,49 (ebook)
N. Pagine: 224
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Quando pensiamo al Messico probabilmente ci vengono in mente spiagge caraibiche, cucina piccante, piramidi Maya e i colorati teschi che usano ad Halloween. Questo è quello che vediamo sulle guide turistiche, ma c’è una zona del Messico, per la precisione il confine con gli Stati Uniti, che è come un inferno sulla Terra, una zona di margini dove violenza e crudeltà vanno a braccetto con disperazione e vendetta. Ed è proprio qui che Gabino Iglesias ci porta con Coyote Songs.

Un mosaico di generi ed esperienze

Partiamo subito col dire che è difficile inquadrare ed etichettare questo libro in un genere predefinito, poiché incorpora elementi horror, pulp e noir. Quello che di sicuro sappiamo è che Iglesias è stato in grado di fondere generi diversi, creando un’opera poliedrica che riesce a catturare l’attenzione del lettore su più livelli e generando un’esperienza di lettura davvero intensa.

“Coyote Songs” è un esempio di “libro mosaico”, una struttura narrativa in cui la storia è raccontata attraverso una serie di frammenti, spesso con punti di vista diversi e linee temporali differenti. Invece di seguire una trama lineare, il lettore deve ricostruire la storia mettendo insieme i pezzi del mosaico. Nello specifico seguiremo a rotazione le vicende di sei personaggi, ognuna scollegata dalle altre, ma in qualche modo connesse insieme e questa tecnica diventa lo strumento principale con cui Iglesias esprime la pluralità di esperienze.

Storie di confine

I sei punti di vista creati dall’autore sono molto differenti l’uno dall’altro: dalla partita di pesca finita nel sangue, al partorire una creatura mostruosa, da visioni di una vendicativa Vergine Maria ai soprusi di un estraneo verso la propria madre, dal tentativo di attraversare il confine all’utilizzo dei social media per atti estremi. Nonostante la diversità, c’è un filo conduttore in questi racconti, o meglio, ce ne sono molti.

L’autore dipinge in ogni tassello del mosaico un quadro vivido della vita ai margini della società, dove la povertà, i soprusi e la violenza creano un’atmosfera di costante pericolo e disperazione. I personaggi sono individui tormentati, che vacillano tra l’agonia e la speranza, spinti al limite dell’umanità. I temi trattati (l’immigrazione, la violenza di genere, la corruzione, la lotta per la sopravvivenza) sono reali e crudi, descritti con uno stile diretto e incisivo.

Un’opera potente

“Coyote Songs” è un’opera potente, provocatoria, che lascia un segno indelebile in chi lo legge. La sua struttura a mosaico e il suo linguaggio crudo, spesso infarcito con dialoghi in spagnolo, lo rendono una lettura impegnativa, ma anche estremamente gratificante per chi cerca un’esperienza letteraria unica e fuori dagli schemi. È una di quelle opere che fai fatica a raccontare (recensire) perché è “troppo oltre” e l’unico aggettivo davvero calzante è semplicemente: capolavoro.

COSA MI È PIACIUTO:
Stile diretto e crudo
– Imprevedibile

– Ti lascia scosso e turbato
Estremamente attuale

COSA NON MI È PIACIUTO:
A volte è difficile seguire troppi dialoghi in spagnolo

VOTO: 5/5⭐⭐⭐⭐⭐

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