di Massimo Costante
Come vi avevo riportato su questi lidi si prepara a fare il suo debutto italiano Colin Hinckley, attore e scrittore statunitense che si è distinto oltreoceano con la sua novella d’esordio “THE BLACK LORD“, riconosciuto come uno dei migliori “horror” del 2023 dal magazine The Lineup. Il libro, contenente anche il racconto ‘Mouth Filled with the Teeth of Trees‘ arriverà in Italia grazie alla selezione, curatela e traduzione di Cristiano Saccoccia e pubblicato da Independent Legions Publishing in un’edizione collection con copie numerate che racchiude l’originale illustrazione di copertina di Matt Blairstone e le illustrazioni interne di Echo Echo.
The Black Lord ci porta nel Vermont, Stati Uniti, in un contesto familiare straziato da dolori profondi. Un padre alcolizzato, uno zio in prigione e una madre che ha smarrito ogni speranza. Nel mezzo di questo panorama desolante, Danny, un giovane bambino, assiste alla sparizione misteriosa del suo fratellino. La foresta sembra averlo inghiottito, lasciando Danny solo con il peso di una verità inaccettabile.
Per ingannare l’attesa, siamo riusciti a intervistare l’autore Colin Hinckley, e il curatore dell’edizione italiana Cristiano Saccoccia che ringrazio per averci supportato in quest’attività.
Intervista a Colin Hinckley

Come è nata l’idea del tuo libro The Black Lord?
L’idea è nata da un incubo che ho avuto da bambino. Sono cresciuto ai margini di una foresta nel Vermont, un piccolo Stato nell’angolo nord-orientale degli Stati Uniti, e ho fatto molti sogni su quella foresta. Nel mio sogno, stavo guardando tra gli alberi con alcuni amici che cercavano di intravedere qualcosa nella foresta. Ho provato un’orribile sensazione di terrore, così sono tornato nella mia camera da letto, mi sono sdraiato sul pavimento e ho appoggiato la schiena contro il letto. Dopo qualche istante, sentii il rumore delle unghie sul vetro della finestra. E un respiro pesante. Questa immagine costituisce la base della prima scena del libro. Non avevo idea di come si sarebbe sviluppata quella idea o di cosa fosse la creatura alla finestra, sapevo solo che dovevo scoprirlo.
Quali sono gli autori e i libri che ti hanno ispirato?
Li cito nei ringraziamenti, ma Stephen King, Shirley Jackson, Algernon Blackwood e William Hope Hodgson sono alcune delle mie maggiori influenze. Il pescatore di John Langan, Pet Sematary di Stephen King e I salici di Algernon Blackwood sono stati particolarmente influenti per questa opera. Tutte queste storie creano e hanno un respiro narrativo molto umano – parlano del lutto, del dolore e della rabbia – e sono inserite in situazioni in cui queste enormi forze cosmiche si scontrano con l’umanità. Nella mia narrativa cerco davvero di ottenere quel senso di impotenza, quella sensazione di essere vicini a qualcosa di enorme e incomprensibile.
Puoi spiegare la struttura narrativa di The Black Lord? So che ci sono diversi POV.
Sono molto orgoglioso della struttura narrativa. In definitiva, sono sei i punti di vista (POV) che compongono la novella (non vi svelerò quali) e tutti hanno un proprio capitolo nel libro. Seguiamo il personaggio per un periodo di tempo, poi passiamo a un altro personaggio, solo che ci sovrapponiamo un po’ con il finale del punto di vista del personaggio precedente. Questo crea un effetto in cui vediamo più scene chiave da due prospettive diverse, spesso fornendo maggiori informazioni e ricontestualizzando l’evento con il nuovo personaggio. Questo crea tensione, ma anche una sorta di collegamento tra il lettore e i personaggi: a volte i personaggi sanno più del lettore, a volte il lettore sa più dei personaggi. Credo che, in definitiva, questo renda la lettura molto soddisfacente.
Senza fare spoiler, puoi riassumerci la trama del suo libro?
La storia segue una famiglia all’indomani della scomparsa del figlio neonato, Danny. La famiglia è sconvolta, confusa e terrorizzata, completamente sconcertata dalla scomparsa di Danny. Eddie, il fratello maggiore di Danny, è seduto nella sua stanza quando una strana creatura si affaccia alla finestra (ricordate il sogno che ho fatto?) e dice a Eddie che ha Danny, ed è sano e salvo. Tutto ciò che Eddie deve fare è aprire la finestra e la creatura lo porterà da suo fratello. Inutile dire che questa creatura non ha a cuore gli interessi di Eddie o di Danny. Da qui, la storia si trasforma in una lotta contro questa strana creatura e le forze che animano le sue azioni. Vengono svelati oscuri segreti di famiglia, vengono fatte delle rivelazioni e potreste trovarvi in un posto weird quando arriverete alla conclusione della storia.

Come ti senti ad essere pubblicato in Italia?
Onestamente, è a dir poco surreale. Non mi aspettavo che il mio lavoro venisse tradotto così presto nella mia carriera. Mi sento davvero fortunato. È anche una specie di coincidenza perché ho antenati italiani! La mia bisnonna era di Napoli e il mio trisnonno era siciliano. Ho ancora alcuni parenti italiani a Las Vegas. Ho trascorso anche un po’ di tempo in Italia, quindi sento di avere un forte legame con il Bel Paese. Sono anche affascinato da Dante Alighieri e ho letto più volte La Divina Commedia. La mia ambizione è quella di imparare l’italiano per poterla leggere nell’originale, come dovrebbe essere letta. Soprattutto, mi sento davvero onorato che il mio lavoro venga letto in Italia e spero che il mio piccolo libro possa trovare un pubblico lì.
Ci sono delle illustrazioni nella novella, catturano appieno l’essenza di The Black Lord
Le illustrazioni sono dell’artista EchoEcho e ha fatto un lavoro fantastico. Anche in questo caso, è stata un’esperienza surreale vedere le mie parole tradotte in immagini, ma ha davvero catturato la sensazione del libro. È strano, perché ho avuto questo incubo tanti anni fa e mi sono sempre chiesto cosa ci fosse alla mia finestra. E ora, circa venticinque anni dopo, ho questo incredibile set di illustrazioni di EchoEcho e penso: “Eccolo. Ecco cosa c’era alla mia finestra”. È come risolvere un mistero vecchio di decenni. Ha davvero fatto centro, ma è davvero un’artista di livello e non riesco a pensare a un’occasione in cui non abbia fatto centro. Mi sento davvero fortunato ad aver lavorato con un’artista così talentuosa per il mio primo libro e spero di lavorare di nuovo con lei un giorno.
Horror, weird o molto altro? Cosa si nasconde nel tuo libro?
Il libro è horror, sì. E appartiene sicuramente alla weird fiction. Ritengo che queste etichette siano utili in quanto attirano lettori desiderosi di storie che esplorano gli angoli più oscuri dell’immaginazione umana, ma non credo che definiscano in senso compiuto l’intera storia. Non sono solo un autore di narrativa horror e weird, ma anche un appassionato di questi generi e delle opere che ne fanno parte, e lasciatemi dire che c’è tanta varietà in queste nomenclature quanta ce n’è nella narrativa in generale. Certo, al centro di The Black Lord c’è un mostro, ma la vera storia riguarda i traumi familiari e generazionali, l’essenza e il legame della fratellanza e il fallimento degli uomini e dei padri. Come scrittore di horror, cerco sempre di sublimare le mie paure quotidiane in una creatura, in una storia o in una situazione che sembrino le mie stesse paure ma rese manifeste. E mentre ho paura di ciò che potrebbe esserci sotto il mio letto, ho molta più paura della possibilità di essere un cattivo padre o un cattivo fratello.
Stai lavorando ad altre opere?
Sì, ho appena terminato la bozza del mio primo romanzo completo, My Soul Saw the End. È molto diverso da The Black Lord sia per l’argomento che per l’esecuzione. Direi che è il mio tentativo di scrivere il Grande Romanzo Americano, ma sembra un’ambizione un po’ sciocca e iperbolica. Parla dello stato in cui si trova l’America in questo momento (brutto, davvero brutto) e di come una donna cerca di cavarsela quando suo marito viene indottrinato in una setta simile a Q-Anon. Sto per iniziare a cercare agenti, ma spero che un giorno anche questo titolo sarà tradotto in italiano.
Non è facile parlare di un testo breve senza fare troppi spoiler, quindi cosa vorresti aggiungere?
Voglio solo estendere la mia gratitudine a voi per questa intervista e alla Independent Legions Publishing per aver tradotto il libro. Non mi aspettavo davvero tutto questo quando ho iniziato il percorso di pubblicazione del libro, quindi mi sento davvero fortunato e grato a te, alla ILP e alla Tenebrous Press (l’editore americano) e a tutti coloro che hanno letto e apprezzato il libro. Grazie!
Intervista al curatore Cristiano Saccoccia
Come hai trovato The Black Lord nel mare magnum dell’editoria americana?
Da diversi anni esploro il sottobosco dell’editoria indipendente italiana, la quale mi ha sempre sorpreso con testi di grande qualità e fattura, allora ho deciso di esportare la mia curiosità anche all’estero. In parallelo a questa “sete di sapere” si è fortificata la mia carriera di curatore editoriale e redattore, quindi pescare gli inediti in terra straniera è diventata una necessità. Quando ho visto che Alessandro Manzetti apprezzava le mie scoperte (e io apprezzo le sue) ho iniziato a setacciare il mercato horror nord-americano. Ho trovato veramente molto materiale inedito! Ho iniziato a leggere blog, a seguire book-influencer stranieri e a spulciare gli e-commerce online. Amazon fa un buon lavoro, forse casualmente, ma ti fa intercettare delle perle ogni tanto. Un giorno tutti questi fattori mi hanno portato alla copertina di The Black Lord. Mi ha subito stregato, e fa piacere sapere che la cover è nata dalla penna dell’editore di Tenebrous Press Matt Blaistorne, il quale ha disegnato manualmente anche il font del titolo, trovo entrambi i due lavori ottimamente riusciti e trasudano sensazioni uniche a modo loro. E ovviamente ho iniziato a leggere il libro.
Allora dicci cosa ti ha spinto a sceglierlo per la pubblicazione!
Mi ha colpito subito che all’inizio della novella comparisse La Divina Commedia con le illustrazioni di Dorè. È abbastanza insolito interfacciarsi con un classico della letteratura italiana nell’ìincipit di un libro horror americano. Oltre alla coincidenza italo-letteraria mi ha subito colpito la prosa flessibile di Colin. Ho visto che era in grado di essere estremamente scorrevole, i dialoghi erano gestiti benissimo e il tutto era costellato da fraseggi ricercati (ma non pretenziosi) che donavano al testo un carisma unico e affascinante. The Black Lord mi ha ricordato molte cose, i folk horror misteriosi che iniziano tutti vicino a un bosco, ma anche qualcosa di dirompente e indicibile. Ha una nota lovecraftiana nel senso più ampio del termine, non ci sono tentacoli o strane citazioni semplicistiche del lettore “medio”che ama il mostro che ricorda una seppia. L’horror di Colin è cosmico, è romantico inteso come “ottocentesco”, e tende a una ricerca eretica del sublime. Infatti il libro è un grande inganno, inizia come qualcosa di prevedibile, di comprensibile, e poi viene ottenebrato da qualcosa di veramente immenso. E non ero pronto. E poi la struttura a POV che sono consequenziali ma anche sovrascritti funziona benissimo! Inoltre era appena stato pubblicato e leggendolo ho subito pensato “questo libro andrà lontano”. Mentre scrivo questa risposta la novella ha riscosso un buon feedback di critica e pubblico e concorre nella frase preliminare al Bram Stoker Award nella categoria short fiction.

Come mai è stato mantenuto il titolo originale?
Io e l’editore, Alessandro Manzetti, abbiamo valutato che dare alla novella il titolo “L’oscuro/nero Signore” avrebbe snaturato la storia stessa. Il libro poteva essere scambiato per un fantasy, invece l’originale mantiene una connotazione straniante ed unica. Inoltre, come ho citato prima, il font scritto a mano dall’editore Matt Blaistorne era veramente bellissimo e andava per forza mantenuto. Infine ormai gli italiani sono bombardati continuamente da inglesismi, quindi sapevamo che non avrebbero affatto incontrato delle difficoltà nel comprendere il titolo.
Di cosa parla la novella? Vuoi aggiungere qualcosa oltre a quello che ha detto Colin Hinckley?
Colin ha detto molto, ma io aggiungo che vi ha mentito! C’è qualcosa di infinito in quelle poche pagine e nasce dall’acqua, dalla foresta, da tutto ciò che eravamo e saremo.
The Black Lord ti ha ricordato qualche altro testo in particolare?
L’inizio della novella mi ha ricordato uno dei racconti dell’antologia I canti di un sognatore morto di Ligotti, dove un’entità oscura rapisce un bambino (sono terrorizzato da quel racconto). L’abilità dell’autore e la sua padronanza della sintesi mi ha fatto subito pensare a Richard Christian Matheson, uno dei miei autori preferiti e scoperto grazie a ILP. Rimanendo sul classico il primo paragone è I salici di Algernon Blackwood, una delle migliori opere weird della letteratura di genere. Per la capacità di dare voce a protagonisti bambini ovviamente non si può non citare King, ma l’uso delle creature mostruose e l’afflato cosmico filosofico mi ha ricordato molto Dan Simmons.
Cosa pensi del mondo horror italiano?
Sono abbastanza ignorante di horror cinematografico quindi per quella sfaccettatura rimango in silenzio, per il mondo editoriale invece penso molte cose. Credo che molti editori stiano lavorando per portare l’horror a un pubblico più vasto, ma tra grandi e piccoli marchi vedo la tendenza a non osare, a non fare scouting e ricerca. E secondo me è l’aspetto più interessante di questo lavoro, senza il quale non avrei mai conosciuto The Black Lord.
Perché dovremmo leggere The Black Lord?
Beh, perché in tutta quella follia, in tutto quel buio, in tutto quel dolore, c’è qualcosa di bellissimo.
Ringraziamo Colin Hinckley e Cristiano Saccoccia per l’intervista e vi ricordo che il libro è in pre-ordine nello store online ufficiale di Independent Legions Publishing con l’uscita prevista per il prossimo febbraio 2024.