Morgan Lost ci ha lasciati soli al buio?

di Massimo Costante

Febbraio volge al termine, la fredda neve d’inverno cade su New Heliopolis e sulle nostre edicole, ma Morgan Lost, il cacciatore di serial killer nato dalla penna di Claudio Chiaverotti e pubblicato da Sergio Bonelli Editore, non si presenta a quello che era diventato il nostro appuntamento bimestrale.

Morgan Lost chiude?

Alla fine, Morgan ci ha lasciati soli al buio a combattere i nostri demoni, le emicranie (da me condivise) e un’offerta nelle edicole sempre più esigua.  Come è potuto succedere?

Parabola discendente di un Cacciatore di Serial Killer

Morgan Lost è un action-thriller ambientato nella suggestiva New Heliopolis, una città rétro-futuristica che mescola atmosfere cupe e distopiche con elementi pop anni ’50 e tecnologie avanzate. Il protagonista, Morgan Lost, è un uomo segnato dalla perdita della donna amata, evento che lo trasforma in un cacciatore di serial killer. Nonostante la sua determinazione, è perseguitato da incubi e da un raro disturbo, il daltonismo emozionale, che gli fa percepire il mondo in tonalità di rosso e grigio.

Un disturbo che però rendeva uniche le storie di Morgan. Infatti, il fumetto era arricchito da una tricromia datta da bianchi, neri e… rossi, esattamente come vedevano gli occhi del cacciatore di serial killer. Una delle caratteristiche più apprezzate dai lettori, che però è stata eliminata nella seconda mini serie Black Novels, oltre ad un taglio della foliazione (scesa dalla classica 98 pagine alle 66 pagine) e perfino un cambio di form factor dell’intero albo, mettendo da parte quello più classico bonellide.

Un percorso editoriale travagliato

La serie ha esordito nell’ottobre 2015 come testata regolare, ma si è interrotta dopo 24 numeri nel settembre 2017. Successivamente è stata rilanciata attraverso miniserie, che hanno ampliato e approfondito il mondo narrativo di Morgan Lost. Le miniserie pubblicate sono: Dark Novels (10 albi, novembre 2017 – agosto 2018), Black Novels (6 albi, febbraio – luglio 2019), Night Novels (8 albi, dicembre 2019 – luglio 2020), Scream Novels (6 albi, luglio – dicembre 2021), Fear Novels (8 albi, luglio 2022 – febbraio 2023) e Nuove origini (9 albi, ottobre 2023 – dicembre 2024).

A completare il percorso editoriale della serie si aggiungono due crossover: uno con Dylan Dog (6 albi, dicembre 2018 – settembre 2020) e uno con Brendon (La Mappa delle Stelle, pubblicato su Speciale Brendon n.13 nel 2016).

Oltre alle modifiche radicali che vi ho riassunto poco sopra, la discontinuità del progetto, l’incertezza del prodotto finale nella sua forma (mascherata da iniziative sperimentali), hanno senza dubbio fatto allontanare parte dei lettori.

Ma a questo punto, non si poteva tornare davvero alle origini?

Le Nuove Origini: una falsa partenza

Tutti ci speravamo. L’ultima mini serie di Morgan Lost inizia proprio con le Nuove Origini, una serie che viene presentata come una promessa, quella di una ritrovata continuità, di un appuntamento bimestrale; certo non è il mensile che tutti volevamo, ma almeno c’era, era lì pronto ad aspettarci ogni due mesi per il nostro rito in edicola.

Ma si è trattato solo di una falsa partenza.

Nel numero 9 – Le fate d’inverno, la seconda di copertina recita quello che è senza dubbio un addio (pur lasciando piccolissimi spiragli per il futuro): «Treni che partono, porte che si chiudono, fazzoletti sventolati sul molo al salpare del bastimento… Quanto sono tristi gli addii? Troppo, decisamente», si legge nell’editoriale dell’albo. «[…] Ebbene sì, la lunga “stagione di stagioni” di Morgan Lost si conclude – almeno così pare – qui, con questo albo, nel ventre nero dell’inverno. Difficile immaginare un modo e un tempo diversi per il nostro Cacciatore, che con il sole e le svagate brezze primaverili non ha mai avuto una grande affinità. Il viaggio si chiude così come era iniziato nell’ottobre del 2015: all’improvviso, senza preavvisi o presagi, simile in tutto alla lama dell’assassino quando cala sulla preda, nella luce incerta di un lampione. Beh… speriamo che sia meno doloroso e, soprattutto, che non sia altrettanto letale.»

L’editoriale non porta nemmeno la firma del maestro Claudio Chiaverotti. Senza la possibilità di poter dare voce nell’epilogo di uno dei suoi figli (nomignolo affettuoso che Chiaverotti ha sempre affibbiato a Morgan Lost e Brendon n.d.r.). Inaspettato e brutale, nei confronti dell’autore e per i lettori, restituendo quello che non è nemmeno una vera FINE.

Infatti, Le fate d’inverno è una storia che scorre rapida come la lama di uno dei cattivi di Morgan, ma che potremmo collocare in qualunque arco narrativo (o quasi) di Morgan, proprio perché non ha nemmeno le funzioni di un finale per la stessa mini serie delle Nuove Origini (!).

Figuriamoci un atto finale definitivo.

Vista la cotanta sperimentazione attuata con la testata, pur restando nella frequenza di pubblicazione bimestrale, non si poteva tentare una vera nuova origine e ripartenza con la nativa foliazione da 98 pagine e una ritrovata tricromia?

I lettori della prima ora si sarebbero riavvicinati, i costi si sarebbero ammortizzati mantenendo anche la pubblicazione bimestrale e…oggi, forse, avremmo ancora il nostro fumetto preferito. Si tratta di una personale e modesta analisi, sperando che –  forse – quello spiraglio lasciato aperto dall’editore su un possibile futuro del personaggio possa diventare per noi e per l’autore un modello sostenibile per restituirci il nostro Morgan Lost e non restare soli al buio.

Arrivederci Morgan!

Tutte le immagini presenti nell’articolo sono di proprietà di Sergio Bonelli Editore

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