Madonna Nera | RECENSIONE

di Massimo Costante

Titolo: Madonna Nera
Autore: Germano Hell Greco
Editore: Acheron Books
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2024
ISBN: 979-1254980682
Prezzo (Euro): 14 (Copertina flessibile)
N. Pagine: 242
Link per l’acquisto: Amazon

Notoriamente in tutto il mondo, Il nostro Bel Paese è una terra ricca di folclore e tradizioni, e sono convinto del fatto che quando uno scrittore nostrano utilizza questa incredibile fonte per raccontare delle storie (chi meglio di noi italiani potrebbe farlo?) il risultato è potenzialmente sempre molto originale agli occhi di un pubblico più vasto, caratterizzando i nostri luoghi e costumi senza eguali. Germano Hell Greco ci riesce benissimo nel suo nuovo romanzo Madonna Nera pubblicato da Acheron Books ambientato proprio in Puglia. Ma cosa rende i nostri luoghi così magici, misteriosi e, talvolta, spaventosi?

Madonna Nera e il potere dei culti locali

La Puglia, in tutto il suo splendore e mistero, è la protagonista silenziosa di Madonna Nera di Germano Hell Greco. Il romanzo si svela attraverso il mantra potente e triste: “La Puglia divora”. Queste parole pesanti risuonano come un richiamo all’ineluttabilità della vita nella piccola città di Alepia, un luogo in cui le anime dei giovani sono intrappolate, deformati dalla pacata crudeltà che permea il loro quotidiano.

Il nucleo del romanzo si sviluppa attorno a Pietro, il cui destino è intrecciato con il mistero della morte del padre nel giorno della sua nascita. Questo delitto insolito diventa un’ombra opaca che si proietta su tutta la sua esistenza, come certi ricordi che emergono dalla nebbia della sua infanzia. Pietro vive in una sorta di oscura sinfonia, circondato dagli inquietanti dipinti ereditati dal genitore e costretto ad assistere impotente alla malattia di sua madre. Come se non fosse abbastanza, si ritrova anche a dover fare i conti con la figura ingombrante del nonno, “signorotto” del paese che tira le fila della malavita.

Il tessuto narrativo si arricchisce di personaggi altrettanto complessi e struggenti. Sandro, amico di Pietro, si dedica alla malavita, Kiki è ombrosa, spregiudicata e si procura da vivere vendendo foto online, mentre Giada, sfuggita alle violenze paterne, si trova costretta a prostituirsi per saldare un debito imponente. Le loro vite sono come tasselli di un mosaico crudo, colorato dalle sfumature della miseria, della speranza perduta e delle scelte impossibili.

La bellezza di Madonna Nera risiede nella maestria con cui Greco dipinge la desolazione del paesaggio pugliese e, allo stesso tempo, la ricchezza delle sue tradizioni e della sua storia. La Puglia diventa un personaggio vivo, con un passato che permea il presente, e l’autore la descrive con una sensibilità che cattura i sensi del lettore. Se avete ben presente la tipicità di questo luogo, o se avete vissuto in un paesino di provincia come quello di Alepia (che resta un luogo comunque d’invenzione dell’autore) comprenderete perfettamente le atmosfere e le peculiarità. In ogni caso, Germano Hell Greco ci regala una grande immersività sotto questo profilo.

La sottile linea di confine tra realtà e incubo

La trama, intrisa di mistero e atmosfera, si sviluppa lentamente, costruendo suspense attraverso le vite intrecciate dei personaggi. Ma quando sembra che tutto rientri nell’ordinario, il soprannaturale si fonde lentamente con le vicende narrate, e il romanzo si svela come una danza tra realtà e leggenda, tra luce e ombra. Oltre lo sviluppo lineare dell’intreccio narrativo, che racconta storia presente e passata dei suoi personaggi, questo poi prende una piega nettamente in chiave marcatamente più weird nell’ultima parte, mescolando appunto realtà e incubo, rendendo difficile la loro scissione regalando un epilogo onirico e surreale.

La prosa di Greco è potente e coinvolgente, in grado di immergere il lettore nelle atmosfere cupe e suggestive della storia riflettendo il tormento interiore dei personaggi e la decadenza del piccolo contesto urbano e delle specchie.

Il tema centrale, la presenza di qualcosa di oscuro che si insinua nelle vite già complicate dei ragazzi di Alepia, conferisce al romanzo una tensione costante. I sussurri dai campi prosciugati e mortificati si trasformano in un’ombra che si allunga su tutto il paesaggio, richiedendo un tributo di sangue. Questo elemento sovrannaturale aggiunge una dimensione più profonda alla storia, spingendo i personaggi a confrontarsi con forze che vanno oltre la comprensione umana. La figura di Santa Feba ricalca alla perfezione quella di altri “santi patroni” locali con il loro culto, le tradizioni e il folclore che implica riti come le mandorle (leggasi denti) tirate alla santa durante la processione e festa del paese… solo che Santa Feba ha origini e risvolti assai più cupi dei soliti martirii della cristianità.

Il romanzo abbraccia temi universali: la lotta contro il destino, l’amore non corrisposto, le scelte impossibili. Greco esplora l’oscurità dell’anima umana e la sua resilienza di fronte alle avversità. La storia non è solo una narrazione di paure e tragedie, ma una riflessione sulla forza e sulla fragilità dell’essere umano. Germano Hell Greco ha creato un mondo vibrante, in cui la pugliese Alepia diventa il palcoscenico di una tragedia umana, intrisa di mistero e fascino. La sua scrittura affascinante e la profondità dei personaggi fanno di questo romanzo un’esperienza letteraria coinvolgente e indimenticabile per chi ama l’horror con risvolti weird e – ovviamente – il folclore nostrano.

COSA MI È PIACIUTO:
– Una storia potente che fa leva sul folclore italiano dei nostri paesi
– Personaggi resi davvero vivi
– Alepia e Santa Feba sono caratterizzati benissimo

COSA NON MI È PIACIUTO:
– Finale un po’ troppo onirico e con una forte marcatura weird sovrapposta agli accadimenti più reali.

👍CONSIGLIATO A:
 se cerchi una storia ambientata nelle nostre terre che e metta in mostra gli orrori della nostra società e i risvolti più cupi dei culti locali.
👎​NON CONSIGLIATO A:
se cerchi un horror più audace e sanguinolento.

VOTO: 4/5⭐⭐⭐⭐