L’orecchio della civetta | RECENSIONE

di Federico Rossi


Titolo: L’orecchio della civetta
Autore: Erckmann-Chatrian
Editore:  Agenzia Alcatraz
Data di pubblicazione: 27 ottobre 2023
ISBN: 978-8885772472
Prezzo (Euro): 17 (flessibile)
N. Pagine: 352
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Erckmann-Chatrian è il nome con cui è noto il prolifico duo di autori francesi formato da Émile Erckmann (1822-1899) e Alexandre Chatrian (1826-1890). Collaborarono per gran parte della loro carriera, firmando insieme opere che spaziano tra il romanzo storico, il racconto fantastico e la critica alla società. Il loro sodalizio letterario è stato uno dei più interessanti del XIX secolo, soprattutto per la loro capacità di fondere diverse influenze e di offrire un ritratto vivido della società francese dell’epoca.

Lo stile da zona di confine

Come scrive Max Baroni nell’introduzione a questo volume, “il loro tipo di fantastico è peculiare: gli episodi narrati, i personaggi, le ambientazioni, possono sì contenere elementi inspiegabili o bizzarri, ma tutto rimane comunque nel reame del possibile.

Nelle loro storie, che sconfinano molto spesso nel grottesco, più che nell’horror o nel soprannaturale, troviamo uno spaccato perfetto della vita a metà del 1800 nella loro terra, cioè l’Alsazia-Lorena. Zona di confine tra Francia e Germania, con la sua storia complessa e l’identità culturale mista, influenzò profondamente le loro opere, che spesso riflettono una tensione tra il provincialismo rurale e la modernità emergente.

Borgomastri, pittori, contadini, musici girovaghi, locandieri, studiosi, nei loro racconti gli eventi straordinari sono vissuti attraverso gli occhi di personaggi ordinari, e il confine tra la realtà e l’immaginazione è spesso sfumato. Questo stile anticipa le atmosfere di autori successivi come Guy de Maupassant o H.P. Lovecraft, in particolare per il modo in cui l’orrore è presentato come un elemento latente, che emerge improvvisamente da situazioni apparentemente normali.

Un’altra caratteristica degna di nota dello stile dei due autori è la sottile critica sociale che spesso si trova nei loro racconti. Se molti autori del loro tempo si concentravano su temi romantici o patriottici, Erckmann e Chatrian preferirono dare voce, pur velata, alle preoccupazioni delle classi popolari, opponendosi a rigide gerarchie e poteri strutturati che si frappongono alla libertà dei personaggi.

La raccolta

All’interno di questa antologia, che conta 18 racconti tra brevi e lunghi, ce ne sono alcuni che spiccano nettamente per l’appassionato di genere e, non a caso, sono stati apprezzati anche dal già citato H.P. Lovecraft. L’orecchio della civetta parla di una grotta con peculiari proprietà acustiche dove una guardia notturna viene sorpresa da uno “spiritello” e corre spaventata dal borgomastro chiedendo di indagare.

Il Ragno-Granchio sfrutta uno dei tropi preferiti di sempre, ma che nonostante sia stato sfruttato in lungo e in largo ci fa ancora rabbrividire: il ragno gigante.

Il requiem del corvo è una lotta di volontà tra un compositore e un corvo, forse inviato dal Diavolo, che lo disturba mentre sta per comporre musica angelica.

L’occhio invisibile (o la locanda dei tre impiccati), che a mio avviso è il miglior racconto di tutta la raccolta, racconta di strani suicidi in una locanda e una vecchietta che possiamo ascrivere al rango di strega.

Oltre a questi ci sono numerosi racconti che oggi possiamo definire thriller o polizieschi, o storie di tutt’altra natura, forse meno interessanti per i frequentatori di questo sito, ma sempre piacevoli da leggere.

COSA MI È PIACIUTO:
Scrittura leggera e racconti mediamente brevi
– Spaccato del mondo nel XIX secolo

– Alcuni racconti con ottime atmosfere

COSA NON MI È PIACIUTO:
Molti racconti non hanno nessun elemento weird/horror/fantastico

VOTO: 3/5⭐⭐⭐

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