Le catene di Eymerich | RECENSIONE

di Federico Rossi


Titolo: Le catene di Eymerich
Autore:  Valerio Evangelisti
Editore:  Mondadori
Data di pubblicazione: 1995, ultima ristampa Novembre 2019
ISBN: 978-8804720065
Prezzo (Euro): 28 (flessibile) –  9,99 (ebook) [i prezzi fanno riferimento alla prima parte dell’omnibus del 2019]
N. Pagine: 277
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Valerio Evangelisti (Bologna, 20 giugno 1952 – Bologna, 18 aprile 2022) è stato ed è tutt’ora uno dei più conosciuti scrittori italiani di fantasy, fantascienza e horror. Noto soprattutto il ciclo di romanzi dell’inquisitore Nicolas Eymerich e per la trilogia di Nostradamus, divenuti bestseller, ha anche scritto romanzi storici, sceneggiature e fumetti. Concentriamoci ora su Nicholas Eymerich: personaggio storico realmente esistito (Gerona, 1320 – Gerona, 4 gennaio 1399), realmente appartenuto all’inquisizione spagnola e passato alla storia per aver scritto il Directorium inquisitorum, un manuale che ha rivoluzionato il “metodo di inquisizione” da lì in avanti. Basandosi su questo personaggio, Evangelisti ha creato un personaggio estremamente controverso, inflessibile, altero, spesso crudele e tormentato. Eymerich agisce spietatamente seguendo però sempre un suo codice morale, per quanto distorto, e rimanendo sempre entro i confini della “legge della Chiesa”.

Eymerich l’inquisitore

Nella serie dei romanzi, ognuno leggibile anche a sé stante, Eymerich deve via via sconfiggere il Diavolo ed i suoi emissari o qualche culto eretico, i cui operati si mostrano attraverso eventi occulti, mostruosità aberranti, misteri oscuri. La soluzione di questi misteri è spesso data affrontando altre linee temporali (nel nostro presente o nel futuro) che intersecano la storia dell’inquisitore dando luce differente a quanto accade nel 1300.

In questa seconda avventura di Nicolas Eymerich (seconda in ordine di pubblicazione, ma non cronologico), l’inquisitore viene incaricato direttamente dal Papa di recarsi tra le montagne del regno d’Aosta, dove si vocifera sia sopravvissuta la setta eretica catara. Appena arriva, tra bellissimi paesaggi, Eymerich incontra orribili mostri umanoidi, che gli fanno capire che il Diavolo è di sicuro all’opera nella zona e inizia ad indagare nel piccolo villaggio.

Parallelamente l’autore ci propone un secondo filo temporale, ambientato nel XX secolo, che si svolge nel giro di decenni e racchiude molti personaggi diversi, seguendo la nascita e l’evoluzione dell’associazione denominata RACHE, una società facciata che nasconde esperimenti genetici di qualche tipo.

Evangelisti dimostra una notevole padronanza della storia medievale, con una descrizione minuziosa e fedele delle ambientazioni, degli usi e costumi dell’epoca. Il romanzo è intriso di riferimenti storici precisi, dai dettagli architettonici alle dinamiche politiche e religiose, che ci catapultano direttamente nel Medioevo.

Un inaspettato horror italiano

Uno degli aspetti più distintivi de “Le catene di Eymerich” è la virata verso l’horror rispetto al primo volume (Nicholas Eymerich Inquisitore), che era ibridato con la fantascienza. Evangelisti intreccia abilmente elementi soprannaturali e gotici nel tessuto della narrazione storica. Le atmosfere sono cupe e oppressive, e i momenti di tensione e terrore sono orchestrati con maestria, grazie anche alle macabre descrizioni che a volte sconfinano addirittura nell’hardcore horror. Le visioni e gli incontri con creature mostruose si mescolano con le indagini di Eymerich, creando un ponte tra il mondo reale e quello del soprannaturale.

Nel prato, accanto all’imboccatura di una galleria forse destinata a divenire un passaggio segreto, giacevano dodici cadaveri. Non erano corpi normali. In uno di essi una mostruosa escrescenza interna era debordata dalla bocca, sostituendo alla lingua uno spaventoso fungo rossastro e molliccio, pendente fino al suolo. Un altro cadavere era grottescamente enfiato, e due protuberanze gibbose, all’altezza dell’addome, gli davano la forma di una pera flaccida. Tutte le restanti salme erano violacee e deformi come pezzi di creta modellati da un demente.

La prosa di Evangelisti è densa e ricca, capace di evocare immagini potenti e sensazioni vivide. L’intreccio narrativo è complesso e ben strutturato, con una trama che tiene alta l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina.

I dettagli creati dall’autore, sia in ambito storico che scientifico, sono talmente ben inseriti che è difficile capire dove finisce la realtà e inizia la fantasia, cosa che fa accostare Evangelisti ad un altro grandissimo autore che ha prodotto questo genere di opere fantastico/realistiche: Michael Crichton.

Valerio Evangelisti riesce a creare un equilibrio perfetto tra realismo storico e fantasia horror, offrendo un’esperienza di lettura intensa e memorabile. Gli appassionati di storia medievale e i cultori dell’horror troveranno in questo romanzo un’opera di grande valore e fascino e, pur facendo parte di una serie, è possibile godersela anche a sé stante.

COSA MI È PIACIUTO:
Eymerich
– Trama complessa

– Prosa dettagliata, ma scorrevole
Traspare la cultura immensa dell’autore

COSA NON MI È PIACIUTO:
Alcuni dettagli scientifici difficili da seguire
Il finale poteva essere gestito meglio

VOTO: 4/5⭐⭐⭐⭐