La stanza buia | RECENSIONE

di Federico Rossi


Titolo: La stanza buia
Autore: Leonard Cline
Editore:  Edizioni Arcoiris
Data di pubblicazione: 10 ottobre 2024
ISBN: 9788899877880
Prezzo (Euro): 14 (flessibile)
N. Pagine: 240
Link per l’acquisto: Sito Ufficiale

The Dark Chamber, scritto da Leonard Cline e pubblicato nel 1927, si distingue come un romanzo gotico che esplora l’oscurità della mente umana relativamente ad alcuni limiti imposti ed autoimposti. L’opera, ancora oggi sorprendentemente attuale, si configura come un viaggio psicologico nel labirinto della memoria e dell’identità, tematiche universali e senza tempo. È stato inoltre elogiato da H.P. Lovecraft, che lo ha definito “di altissima statura artistica”.

Trama e Tematiche

La storia è ambientata in una tenuta di famiglia nella campagna inglese. Richard Pride è un uomo ricco e potente che, seguendo una sua ipotesi per cui ogni singolo momento della vita di un essere vivente viene archiviato dal cervello in una “camera buia”, sta cercando di recuperare sia ogni singolo ricordo della sua vita, sia i ricordi delle sue vite passate. Per fare ciò ha bisogno di continui stimoli che possano fare appiglio a questi ricordi e uno degli stimoli maggiori è la musica.

Oscar Fitzalan, vero protagonista, è un giovane musicista che viene assunto da Pride per aiutarlo nella sua ricerca. Fitzalan è inizialmente scettico sulla possibilità di recuperare i ricordi perduti, ma viene gradualmente coinvolto nella ricerca di Pride, oltre che venire coinvolto sentimentalmente sia con Janet, sia con Miriam, relativamente figlia e moglie di Pride.

Il tema della memoria diviene però secondario man mano ci si addentra nel romanzo, poiché sono i rapporti tra Fitzalan, le due donne e il segretario di Pride ad essere davvero importanti per la storia. Veniamo così attratti metodicamente in un enorme gioco di intrighi, tira e molla amorosi, invidie, solitudine e paure, fino al catastrofico finale.

Stile e Atmosfera

La stanza buia non è quindi un romanzo horror o weird nel senso stretto del termine, ma prende a piene mani da questi generi per delineare le atmosfere (claustrofobiche, opprimenti) e i personaggi (tutti molto weird). Cline adotta uno stile di scrittura elegante e ricco di suggestioni che conferisce alla narrazione un tono quasi poetico e trascina il lettore in un mondo dove il tempo sembra sospeso e l’oscurità diventa quasi tangibile. Questo tuttavia va a discapito del ritmo narrativo, molto lento e appesantito dalla profondità psicologica data ai personaggi che rendono la lettura impegnativa.

La mezzanotte si riversò nella stanza, facendo oscillare sulla cassettiera le fiamme gialle delle candele, che lottarono coraggiosamente contro il nero invasore finché le ombre, in ogni angolo dell’elegante camera rivestita di legno, non rattrappirono ritirandosi con il fiato mozzo, in attesa del momento per tornare all’attacco.

COSA MI È PIACIUTO:
Psicologia e caratterizzazione dei personaggi
– Senso di oppressione

– Prosa evocativa e poetica
Cura del volume

COSA NON MI È PIACIUTO:
Molto lento
– Le pagine hanno un disegno grafico di sfondo che rende difficile la lettura

VOTO: 4/5⭐⭐⭐⭐

/ 5
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