Dylan Dog e Morgan Lost uniti contro i mostri del bullismo

di Massimo Costante

Chi si sarebbe mai aspettato di tornare con Dylan Dog in quell’inferno di Golconda?  L’inquilino di Craven Road ha nuovamente affrontato uno dei tanti inferni però tanto caro ai lettori più affezionati. Mentre su Infinity, Morgan Lost ci aveva lasciato – come di consueto – col disagio di una serial killer che riversa sugli altri il suo disagio psicofisico… ma questo mese un autentico “mostro” dei nostri tempi ha congiunto in un certo senso le due avventure attualmente in edicola: il bullismo.

Dylan Dog – Colui che divora le ombre

C’è mai stato un mostro dentro l’armadio della nostra cameretta? Mi spiace deludere gli ormai ex adolescenti, ma la risposta è sì. Soprattutto quando questo mostro appare in una fase della tua vita dove, sia a casa che a scuola, le cose non vanno proprio come vorremmo. È ciò che accade a Timothy.

Lui ha nove anni, il mostro dell’armadio ha ucciso i suoi genitori, mentre a scuola lui è praticamente invisibile. Gli unici a vederlo, anzi a prenderlo di mira, sono i bulli. Timothy vuole sbarazzarsi di tutti i suoi incubi, del mostro e possibilmente anche dei bulli: Dylan sembra essere l’unica soluzione.

La storia messa in scena dal bravissimo Alessandro Bilotta e disegnata dal maestro delle ombre Corrado Roi, è dylandoghiana fattura, ma soprattutto di denuncia, nel modo più sottile ed elegante possibile, affrontando il tema del bullismo, dell’invisibilità proiettata da chi dovrebbe ascoltarci e sostenerci, disagi sociali che permettono la nascita di mostri che ci fanno sentire abbandonati e fanno più paura del mostro dell’armadio.

Certo, verso i tre quarti dell’albo si inizia ad intuire esattamente dove si vuole andare a parare, ma resta una delle storie più belle di quest’anno egregiamente curato da Barbara Baraldi. Una storia che ci spinge a capire che abbiamo veramente bisogno del sostegno di chi dovrebbe amarci sin dal primo giorno della nostra vita.

Morgan Lost – Le cose cattive

Le cose cattive. Probabilmente, tutti da adolescenti incoscienti ne abbiamo fatta o pensata qualcuna. Poi, magari, abbiamo ritrattato con l’aiuto della nostra coscienza (se ne avevamo già una che non fosse solo il Grillo Parlante di Pinocchio). Oppure no. E allora succede che si può essere davvero cattivi, fare le cose peggiori agli altri, agli animali, alle cose. Perché da bambini e da adolescenti si può essere capaci di fare le cose peggiori.

Questi sono i mostri che affronta Morgan Lost in “Le cose cattive”. C’è un nuovo serial killer a New Heliopolis, le Sexy News lo hanno ribattezzato Mister Evil, e il filo conduttore delle sue vittime sembra invisibile. Eppure, da buon cacciatore, Morgan scopre e ripercorre quelle vite spezzate e comprende alla fine che il vero killer, capace di uccidere le nostre sicurezze, di distruggere le cose a noi più care solo per il gusto di fare del male, si cela dietro dei volti insospettabili.

Anche stavolta la tematica del bullismo – insieme a quella della violenza sugli animali –  è la vena principale di questa storia del cacciatore di serial killer, che curiosamente va a braccetto con quella dell’indagatore dell’incubo, entrambe in edicola questo mese.

Chiaverotti fa leva su diversi problemi sociali, non si abbandona semplicemente al classico splatter che abbiamo amato in tutti questi anni di storie, ma come spesso accade è in grado di raccontare il disagio e quelle mostruosità di cui nessuno vuole mai parlare.

Le cose cattive è disegnato dal bravissimo Andrea Fattori, che insieme alla cover dell’imprescindibile Fabrizio De Tommaso, da vita a quella che forse è la storia più bella di queste “Nuove Origini” di Morgan Lost.

Il fumetto da edicola è ancora un fenomeno sociale? Sì.

Cento e più di queste storie, che ci divertono e ci portano a riflettere, e comprendere come viviamo oggi e quei preoccupanti fenomeni che – purtroppo – troppo spesso ignoriamo.

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